Gipeto

Il gipeto, Gypaetus barbatus, è un rapace della famiglia Accipitridae. E’ normalmente conosciuto anche come avvoltoio barbuto o avvoltoio degli agnelli per via di un’antica credenza secondo la quale il gipeto rapiva gli agnelli. Tra gi avvoltoi nidificanti in Europa è quello di maggiori dimensioni; può raggiungere i 2,80 m di apertura alare con una lunghezza massima di 1,25 m ed un peso che va dai 4,5 ai 7 kg. La durata della vita del Gipeto è di una trentina d’anni.

Agli inizi del 1900 era scomparso sulle alpi grazie ad una prima legge sulla caccia del 1875 in cui il gipeto era classificato come specie nociva e lo Stato, elargiva, per il suo abbattimento, dei premi.

In aggiunta anche lo sterminio degli ungulati selvatici contribuì all’estinzione del gipeto in quanto venne privato del suo sostentamento.

A partire dagli anni ’90, grazie ad un programma internazionale, nei parchi alpini europei tra cui il Parco Nazionale del Mercantour, Il Parco Nazionale Svizzero e Il Parco Naturale Italiano delle Alpi Marittime, è iniziata una campagna di ripopolamento liberando alcuni esemplari nati ed allevati negli zoo.

La riproduzione inizia in autunno, con la preparazione del nido, sistemato in alto sulle rocce. In inverno vengono deposte due uova covate principalmente dalla femmina per un periodo che dura 55-60 giorni. La schiusa avviene a marzo, periodo in cui l’abbondanza di cibo è alta perché con lo scioglimento della neve, vengono alla luce le carcasse degli ungulati che hanno perso la vita durante l’inverno.

Nei piccoli, subito dopo la schiusa, si assiste ad un comportamento particolare, il cosiddetto “cainismo”. Si tratta di un fenomeno di dominanza del primo nato sul fratello più giovane; il secondo nato non riesce praticamente ad ottenere cibo e muore di stenti nel giro di poche ore dalla nascita. Per circa 7-8 giorni il piccolo verrà cibato solo con carne per poi passare gradualmente ad essere alimentato con le ossa.

L’involo avviene dopo circa 120 giorni dalla nascita; il giovane gipeto lascerà però il nido solo all’inizio dell’inverno.

Come altri avvoltoi, il gipeto è un necrofago, cioè si nutre principalmente di carcasse di animali morti, ed ha una dieta estremamente specializzata, nutrendosi in particolare delle ossa e del midollo osseo. Un comportamento tipico è quello di lasciar cadere le ossa di carcasse da grandi altezze, per frantumarle e quindi nutrirsene.

Grifone

Il grifone, Gyps fulvus, è un rapace della famiglia Accipitridae. Lo possiamo trovare in Marocco, Algeria, Spagna, Francia, Sardegna, lungo la costa adriatica orientale. E’ diffuso in Grecia, Turchia e sulle coste orientali del Mar Mediterraneo, fino all’Iraq e all’Iran. In Italia è presente in Friuli ed inizia a vedersi in modo costante anche sulle alpi del Piemonte e Valle d’Aosta.

Il suo aspetto è quello classico dell’avvoltoio: testa e collo non hanno un piumaggio sviluppato ma solo un corto piumino, questo per facilitare l’ingresso della testa all’interno delle carcasse. Le ali sono ampie, con remiganti primarie profondamente incise, tipiche del buon veleggiatore. Può rimanere in volo, senza sbattere le ali, per centinaia di chilometri e può raggiungere, grazie alle correnti ascensionali, anche i 6000 m di quota.

L’apertura alare può arrivare fino a 2,8 m la lunghezza dal becco alle timoniere fino a 105 cm; pesa dai 7 ai 12 kg

Il grifone ha una vita che varia dai 30 ai 40 anni ed è sessualmente maturo verso i 5-7 anni. La riproduzione tra la metà di gennaio e l’inizio di febbraio. La femmina depone un solo uovo che cova per 52-58 giorni ed il giovane abbandona il nido dopo 120 giorni dalla nascita.

Il grifone è un uccello saprofago, si nutre prevalentemente di carogne.

Forma colonie ed è piuttosto fedele al luogo stanziale. Si sposta solitamente in stormi di parecchi individui.