Pernice Bianca

La Pernice Bianca è un uccello alpino con ali completamente bianche mentre il corpo è, in estate, grigio brunastro mentre in inverno la livrea è completamente bianca a meno della penne esterne della coda che sono nere.
In volo ricorda un piccione mentre quando è a terra l silhouette è relativamente slanciata per il collo lungo e la coda.

A partire da aprile, viene assunto l’abito nuziale, mentre il maschio presenta petto nerastro e le parti superiori grigio-brune, la femmina è bruno-giallastra barrata di nero. A partire da settembre, inizia la muta che progressivamente porterà il piumaggio da grigio-brunastro al bianco candido.
Il maschio presenta una stria nera fra occhio e becchi e carrucole rosse sopra gli occhi, nelle femmine sono molto ridotte.
I piedi sono completamente piumati ed in inverno formano una sorta di racchetta che permette alla Pernice di muoversi anche sulla neve fresca.

Uccelli vegetariani ma i piccoli assumono anche degli insetti. Gli adulti si nutrono con vegetali quali foglie, fiori, frutti, germogli di piante erbacee. In inverno ricercano, nelle zone meno innevate, quei vegetali più ricchi di zuccheri e proteine e mangiano anche le “pulci della neve” che sono molto ricche di proteine.

Il canto è inconfondibile, un rauco “kore rr kkk” ed è più facile udirlo alle prime luci dell’alba nei mesi di aprile, maggio e giugno.

Sono uccelli gregari e formano gruppi anche di alcune decine di individui ma nel periodo riproduttivo il maschio diventa territoriale e difende il territorio che conta una superficie di poche decine di ettari.
I maschi attirano le femmine con canti emessi da speroni rocciosi, con voli voli circolari con punti di decollo ed atterraggio molto ravvicinati. Una volta formata, la coppia rimane stabile per un periodo di due/tre mesi.
La cura del nido, costruito al suolo spesso al riparo di una roccia o di un arbusto nano, e dei pulcini è completamente a carico della femmina. Vengono deposte 6-8 uova e la cova ha una durata di 21-23 giorni. Il maschio fa da sentinella controllando la zona per proteggere il nido da potenziali predatori ed abbandona la femmina poco dopo la schiusa delle uova.

L’abitat della pernice è la zona al di sopra del limite superiore delle foreste, praterie alpine alternate da pietraie, barre rocciose e vallette rivali. In estate predilige i versanti più freschi normalmente a quote non inferiori ai 2500m mentre in inverno sfrutta i versanti a sud e le creste ventate, dov’è più facile reperire il cibo.

Gruccione

Il Gruccione è un uccello esile e molto colorato. Di peso variabile dai 50 ai 70 grammi, può raggiungere una lunghezza di 25-29 cm ed ha un’apertura alare che può arrivare a 40 cm.
La caratteristica forse più bella dei Gruccioni è il piumaggio variopinto che va dal castano superiormente al bluastro inferiormente con inserti verdi, gialli, neri ed arancio. Il becco è appuntito e di colore nero, lungo e leggermente ricurvo verso il basso. Le zampe sono di colore marrone-grigiastro. La conformazione della coda è utile per riconoscere gli esemplari adulti da quelli giovani, mentre gli adulti hanno le timoniere centrali più lunghe, nei giovani, sono di lunghezza paria alle altre timoniere.
Si nutre prevalentemente di insetti che cattura in volo con rapide sortite da un posatoio. Prima di ingoiare l’insetto, se presente, rimuove il pungiglione colpendo l’insetto ripetutamente su una superficie dura.

Ai primi di marzo, le cologne che in autunno erano migrate in Africa, fanno ritorno nei luoghi di riproduzione a nord. Essendo un animale sociale, fa della colonna il suo posto ideale. Arrivati nei luoghi di riproduzione, iniziano i corteggiamenti che hanno come caratteristica, lo scambio del “dono” insetto offerto alla femmina dal maschio. Il rito si ripete varie volte, fino alla conquista dell’amata.
La coppia scava, in banchi di sabbia, cunicoli lunghi anche 3-5 m al fondo del quale deporranno, ai primi di giugno, dalle 5 alle 8 uova che femmina e maschio coveranno, alternandosi, per circa 20 giorni.

Parentesi negativa di questi bellissimi uccelli, è che, una grande colonia, più provocare grandi danni all’apicoltura, proprio perché  sono ghiotti di api.

Il "Dono"

Merlo Acquaiolo

Il Merlo acquaiolo è un uccello passeriforme della famiglia dei Cinclidae, ha un aspetto tozzo e paffuto, con la testa grande e rotonda, becco appuntito e sottile, ali corte ed arrotondate e forti zampe con dita lunghe e robuste. Il piumaggio è bruno ad eccezione del petto e della gola che sono invece di color bianco.

Le dimensioni del Merlo acquaiolo si aggirano sui 17-20 cm di lunghezza ed un peso che varia dai 41 ai 76 g. A parità di età i maschi possono essere più grandi rispetto alle femmine anche di un terzo.

Sono tendenzialmente solitari a meno del periodo degli amori dove formano le coppie e vivono “associati” ai corsi d’acqua con corso ripido, sulle rive o sui massi affioranti. Sono molto attivi e vivaci e questo, insieme al loro aspetto, li rende inconfondibili; non sta mai fermo e anche quando posato, continua ad “annuire” con il capo e ad alzare ed abbassare la coda.

Si nutre di di insetti, piccoli invertebrati, larve, ninfe, effimere, plecotteri, simulidi e tricotteri. Nei mesi freddi, quando gli insetti sono meno abbondanti, il Merlo acquaiolo si nutre anche di piccoli pesci, delle loro uova, di molluschi acquatici, girini e piccole rane e crostacei. Per procurarsi il cibo si tuffa nelle acque dei torrenti e con le potenti zampe si ancora sul fondo, smuovendo i sassi ed i detriti porta allo scoperto le prede per poi catturarle con il becco. Il Merlo acquaiolo può resistere in apnea fino ad un minuto.

Il volo, veloce, diritto e vicinissimo alla superficie dell’acqua, viene utilizzato per piccoli spostamenti per allontanarsi da pericoli, è raro che questi uccelli compiano grandi distanze in volo.

La stagione riproduttiva è la primavera, i maschi cerca di attrarre la femmina cominciando a cantare con suoni dolci, simili al canto dello scricciolo. All’arrivo della femmina, il maschio comincia a volare mettendo in evidenza il bianco della gola e del petto ed emettendo suoni metallici. Se la femmina non si allontana, il gioco è fatto e l’accoppiamento avviene in breve tempo. La femmina costruisce il nido nelle vicinanze dei torrenti, sotto alle cascate, nelle crepe degli argini, vi depone dalle 3 alle 6 uova e la cova ha una durata di 15-16 giorni. Durante la cove, il maschio ha il compito di fare da guardi al territorio e di procurare il cibo per la compagna. I polli si involano intorno al 12-15 giorni di vita e rimangono nei pressi del nido ancora per una settimana dopo di che iniziano a seguire i genitori alla ricerca di cibo, in questo periodo, prima che si allontanino definitivamente dai genitori, anche il maschio prende parte all’allevamento dei piccoli, imbeccandoli.

Scricciolo

Lo Scricciolo è un uccello passeriforme della famiglia Troglodytidae, è molto piccolo di forma tonda e lungo non più di 10 cm, becco lungo e sottile e zampe lunghe e robuste. Il piumaggio su dorso, ali e coda è di colore castano mentre le ali ed i fianchi sono anche barrati. L’addome è più chiaro con dei tratti neri. Il sopracciglio è lungo e chiaro. La coda è sempre tenuta sollevata e questo gli da un aspetto che lo rende riconoscibile.

Si nutre di di insetti, piccoli invertebrati, ecc… Nei mesi freddi, non disprezza anche qualche bacca.

Si muove in maniera molto agile e scattante, lo si trova infrattato tra i rovi e cespugli molto fitti dove si nasconde facilmente.

Nidifica prevalentemente nei cespugli, nelle cavità arboree o nel terreno, la stagione degli amore inizia verso fine Aprile. La femmina depone da 5 a 10 uova in un nido sferico con un apertura superiore e le cova per 15 giorni. I pulcini rimangono nel nido per parecchio tempo, anche dopo che sono diventati autosufficienti. Non di rado il nido è usato anche come dormitorio.

Leggende sullo Scricciolo:
Nel folklore europeo, lo scricciolo è considerato essere il “re degli uccelli”.
La favola, presumibilmente celtica, vuole che molto tempo fa gli uccelli stessero facendo una gara per vedere chi sapeva volare più in alto. Il vincitore sarebbe stato il re degli uccelli. Lo scricciolo partì per primo, ma ben presto si stancò e l’Aquila lo raggiunse. Lo scricciolo, molto furbescamente, si appoggiò sul dorso dell’aquila e si fece trasportare ancora più in alto. A quel punto scattò verso il cielo e vinse.
(fonte Wikipedia)

Un’altra leggenda molto antica e diffusa prevalentemente in Irlanda, è legata al giorno di Santo Stefano(Wren’s day in inglese) e racconta che lo scricciolo (in inglese wren) con il suo forte canto rivelò ai soldati romani il rifugio di S. Stefano, che fu catturato e martirizzato. Un tempo l’uccellino veniva sacrificato e appeso ad un ramo di agrifoglio.
Oggigiorno al ramo di agrifoglio viene appesa solo un’immagine dell’animale e i ragazzini (detti Wren boys) visitano le abitazioni richiedendo delle offerte.
(fonte Wikipedia)